Ecco che si avvicina il Natale e oltre ai regali da mettere sotto l’albero, un altro dolce pensiero che ci solletica è sicuramente il menù delle feste. Cosa portare in tavola e come stupire i nostri cari? C’è chi preferisce i grandi classici della tradizione locale, ma c’è anche chi ama osare e proporre ogni anno ricette diverse.
In Italia il patrimonio gastronomico è particolarmente ricco, ma cosa succede negli altri Paesi? Preparatevi! Noi di Palati a Spasso vi porteremo sulle tavole imbandite di tutto il mondo.
Dieci piatti di Natale: un viaggio culinario nella tradizione del mondo![](/Images/christmas-pudding-923.jpg)
1. In
Inghilterra non è Natale senza il
Christmas Pudding, una torta umida a base di frutta e spezie servito con salsa di burro al brandy o crema pasticcera. Tradizione vuole che al suo interno si nascondano delle monetine rivestite con alluminio che porteranno fortuna a chi le troverà nella propria fetta il giorno di Natale. Anche l’agrifoglio posto sulla sua sommità è simbolo di buon auspicio. Ma soprattutto, tradizione vuole che nell’impasto si metta un pezzettino di
pudding conservato dal natale precedente!!! È poi ricco di simbologia: contiene 13 ingredienti (come Gesù e i suoi discepoli) e in alcune famiglie è viva la tradizione secondo la quale ogni membro della famiglia dev’essere presente per girare l’impasto, rigorosamente in senso antiorario, da est a ovest, per onorare l’arrivo dei Re Magi.
![](/Images/martinsgang-919.jpg)
2. La tavola di Natale in
Germania è ricca e corposa. Il piatto più importante è sicuramente il
Martinsgang, un arrosto d’oca con ripieno di mele, cipolle e castagne. La sua preparazione richiede ore ed ore di cottura ed è accompagnato da un contorno di cavolo rosso e dai
kloesse, grossi gnocchi di patate.
![](/Images/baccala-portoghese-916.jpg)
3. In
Portogallo esistono numerosissime tradizioni legate a questa festa, che cambiano di regione in regione e anche da paese a paese. Un elemento tipico del Natale portoghese è il fuoco: la notte della Vigilia, infatti, è abitudine accendere un grande falò a simboleggiare il trionfo della luce sull’oscurità. La cena di Natale viene chiamata
Consoada, termine che indica un leggero pasto che si assume alla fine di un giorno di digiuno e deriva dal latino “consolare”. Nel nord del Portogallo (Minho, Porto e Guimarães) è d’uso riservare, al tavolo della Consoada, un posto ai familiari recentemente scomparsi, oppure lasciare la tavola imbandita e la luce accesa per tutta la notte.
Sulla tavola il protagonista indiscusso è il
baccalà, il piatto nazionale per eccellenza. La ricetta più diffusa è fatta con verza, patate, carote e uova. Dopo il pasto, l’etichetta cristiana detta che si assista alla Messa del Gallo, dove si incontrano gli amici e si scambiano gli auguri con tutta la comunità.
![](/Images/galette-des-rois-917.jpg)
4.
La Galette des Rois, invece, è il dolce che unisce le varie regioni della
Francia da nord a sud. Viene preparato con la pasta sfoglia ed un ripieno di mandorle, ma la particolarità è al suo interno: per tradizione il più anziano dei presenti taglia tutta la torta a fette mentre il più giovane si nasconde sotto il tavolo, senza sbirciare, prima di assegnare ogni singola fetta agli invitati. In una sola fetta di dolce è nascosto un confetto o una mandorla (originariamente si metteva una fava o un fagiolo) e chi la trova potrà prendere la corona di cartoncino dorato che troneggia sulla
galette ed essere il re della giornata! Viene tradizionalmente consumato per l’epifania (ma anche a carnevale). Il suo nome racconta la sua storia: i re sono i magi, e la
galette era in origine non un dolce ma piuttosto una galletta di pane tendenzialmente secco. Dalla Francia si è diffusa in tutto il mondo, e oggi si trova nei paesi di lingua tedesca, con il nome di Dreikönigskuchen, in Spagna, dov’è conosciuta come
roscón de Reyes, in America Latina, negli USA, dov’è chiamata
King cake.
![](/Images/pan-de-pascua-921.jpg)
5. Spostandoci nel Sud America, precisamente in
Cile, troviamo il
Pan de Pascua, una specie di panettone che, a dispetto del nome, si prepara in Dicembre e che pare sia stato introdotto da migranti italiani. Gli ingredienti base sono: farina, burro, zucchero, uova, latte ed è particolarmente ricco di frutta candita, uva passa, noci e mandorle. Il profumo che emana si deve all’aggiunta nell’impasto di scorza tritata di arancia, cannella, chiodi di garofano in polvere e semi di anice. Una vera prelibatezza!
6. Se chiedete ai vostri amici delle
Filippine, vi risponderanno probabilmente che il piatto principe del Natale è il
Bibingka, una torta di riso dalla consistenza spugnosa preparata con latte di cocco e uova. Viene cucinato adagiato in una foglia di banano disposta all’interno di una terrina e poi ricoperto di burro o formaggio fuso e zucchero. In genere, prima o dopo la messa, le famiglie filippine sono solite fare colazione consumando piatti caratteristici di questo periodo, tra cui proprio il
Bibingka, venduto nelle bancarelle fuori dalle chiese stesse.
![](/Images/tamales-922.jpg)
7. In
Messico la ricorrenza che segna l’inizio delle festività natalizie è il 12 Dicembre dove si festeggia la Vergine di Guadalupe: secondo la tradizione cattolica la Vergine apparve ad un indigeno messicano nel 1531, offrendogli amore e protezione. Per tutto il periodo di Natale vengono serviti i
Tamales, simili a dei fagottini stufati. Le famiglie sono solite prepararne tre tipi:
tamales verdes (con salsa di tomatillo e pollo),
tamales rajas (con peperoncino e formaggio) e
tamales de mole poblano (con pollo e salsa mole) spesso accompagnati da una bevanda calda (anche questa tipica del Natale), il
ponche, preparato con guava, mele, stecche di cannella, baccelli di tamarindo, zucchero di canna e uvetta.
8. Il Natale in
Russia (secondo la liturgia ortodossa) si celebra la notte tra il 6 e il 7 Gennaio, il suo festeggiamento era stato proibito durante l’epoca sovietica, ma ora è ritornata ad essere una festa ufficiale e molto sentita. Secondo le antiche tradizioni russe, sotto la tovaglia (rigorosamente bianca) va messo del fieno a ricordare la mangiatoia in cui Gesù venne deposto appena nato; sotto il tavolo, invece, ci deve essere un oggetto di ferro che tutti devono a turno calpestare per trascorrere l’anno in piena forza e salute. Un piatto immancabile è sicuramente
l’insalata Olivier, una specie di insalata russa a base di carne (un tempo preparata per lo zar) con colli di tordi, lingue di galli e filetto. Ma esistono anche delle varianti: con chele di granchio, scampi e altri bocconi prelibati serviti insieme ad una ciotola di maionese in cui intingerli.
![](/Images/lussekatte-918.jpg)
9. I
Lussekatte sono, invece, tipici dolci svedesi che con il loro colore e profumo invadono le panetterie e le pasticcerie della
Svezia per tutto il periodo di Natale. Stiamo parlando di panini dolci con zafferano e uvetta dalla peculiare forma ad S, spesso accompagnati da un bicchiere di latte o dal
Glogg caldo: una bevanda a base di vino rosso e spezie molto simile al nostro vin brulé.
![](/Images/porridge-924.jpg)
10. Abeti innevati, laghi ghiacciati e case di legno: come non parlare della
Lapponia, casa di Babbo Natale? Momento molto importante del Natale lappone è l’intera giornata della Vigilia: secondo il calendario finlandese il 24 Dicembre è l’onomastico di Adamo ed Eva (oltre ad essere l’ultimo giorno per addobbare l’albero di Natale), a uno dei due viene dedicata la stella posta in cima all’albero. Durante la Vigilia viene celebrato il rituale della “Pace Natalizia”. Come tradizione vuole, la cerimonia viene proclamata a mezzogiorno nella città di Turku, l’antica capitale finlandese, solo dopo le celebrazioni si passa ai festeggiamenti. Ogni famiglia si ritrova con amici e parenti e nel pomeriggio inizia a preparare quello che sarà il vero cenone delle festività, la cena della Vigilia.
Nel menù delle feste non manca mai il
porridge di riso, fatto principalmente con latte e zucchero. Tradizione vuole che, all’interno della zuppiera del porridge, venga nascosta una mandorla: attenzione perché chi la trova nel piatto potrebbe sposarsi nel giro di un anno!
La lista delle tradizioni culinarie natalizie è lunga, e potremmo continuare ancora per molto. Certo è che, in un periodo come questo dove gli spostamenti sono davvero limitati, l’idea di
portare in tavola ricette dal mondo sarebbe un buon modo di
viaggiare… almeno con la fantasia!