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La leggenda della strega Giuliana

Una storia dell'orrore che racconta l'origine del risotto alla monzese
01.12.2018
5 min.
Io sono brianzola e sono un’orgogliosa consumatrice dell’ottima cucina tradizionale e locale. Tra le mie ricette preferite c’è il risotto alla monzese, a base di luganega, la salsiccia tipica di Monza. Il risotto è legato a un’antica storia che ha come protagonista una strega cattiva di nome Giuliana.

La strega cattiva che mangiava i bambini

Si racconta che la strega Giuliana fosse un essere mostruoso dalle gambe incredibilmente lunghe che usava passeggiare nei boschi passando da albero ad albero senza bisogno di toccare terra. L’orribile passatempo preferito da questo essere deforme era attendere che un bambino inconsapevole passasse sul sentiero sotto l’albero dove lei era in agguato, per poter allungare le sue mani ad artiglio e agguantare il povero malcapitato, rapendolo per mangiarselo. Questa almeno è la storia spaventosa che molte nonne e mamme raccontavano ai bimbi per evitare che girovagassero per i boschi.



Un giorno una madre spaventata all’idea che il figlio venisse rapito dalla strega Giuliana, decise di ingannarla. Cucinò del riso con lo zafferano – un’allusione al risotto alla milanese? – in una pentola gigantesca. Per rendere il piatto irresistibile vi aggiunse la salsiccia luganega. Un’allusione al fatto che il risotto alla monzese è migliore di quello alla milanese? Comunque sia, la coraggiosa madre portò il risotto nel bosco. Al calar della notte la strega, attratta dal buonissimo profumo, si gettò a capofitto nella pentola e cominciò a mangiare. C’era tanto di quel risotto nell’enorme calderone che la strega impiegò tutta la notte a mangiare, accecata dall’ingordigia. E fu così che non si accorse dell’alba che stava sorgendo dietro di lei e, sorpresa dai raggi del sole, morì.

Celebrando la morte della strega!

La morte della strega si festeggia ancora in gennaio (si dice infatti che l’evento avvenne durante questo mese) in molte parti della Brianza con una succulenta “bistecca della strega” accompagnata da risotto alla monzese. Per quanto mi riguarda, la vittoria sulla strega va celebrata anche con un buon vino lombardo.

Le origini del racconto



Questa leggenda è probabilmente quanto ci resta di storie antichissime e pre-cristiane. Le teorie sulla sua origine sono numerose e discordanti. Alcuni sostengono che il nome della strega sia legata a Giunone, la moglie di Giove, che in tanti miti perseguita i numerosi figli che suo marito ebbe con altre donne. E io mi sono sempre chiesta come mai se la prendesse con dei poveri innocenti e non con suo marito. Altri sostengono che il nome della strega sia una storpiatura di Giano, la divinità bifronte che da il nome al mese di gennaio. Altri ancora che il nome della strega sia il frutto di una variazione medievale sul tema, e che bisogna invece concentrarsi sulla trama per capire meglio il significato: i resti di un mito relativo al solstizio d’inverno? Una metafora della morte apparente dell’inverno (che rinasce in primavera) simboleggiata da una divinità femminile trasformata in strega durante il medioevo? Non vi so rispondere, ma so che a me la storia piace così com’è, perché ha tra i suoi protagonisti il mio amatissimo risotto, che sicuramente non c’era nella sua versione arcaica!
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